giovedì 8 luglio 2010

GONDOLIERE...MARIN

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La pace è con te nella nera cappella,
che t’ha offerto ipocrito il marito,
della tua amata sorella? Per te s’è arrestata,
dal momento che hai smesso il respiro,
l’ora? Pace da quel tempo in grembo
all’isoletta che tace! Fossi anch’io
a dormire con te nell’oblìo, Rosetta!
Mie ceneri nell’urna con aleggiar di canti,
ma in essa non è la pace; e dall’orlo,
come da una fosca rupe, m’affaccio
ai lucidi piani di giorni lontani.

E’ l’ora che il sole nell’onde le chiome
dorate nasconde l’affanno dell’ora soave!
La campana suona l’Ave. . Monaco, ritorna
a pregare nella chiesa dei Frari: anch’io
la sera, ma innanzi ai liberi cieli, recito
la mia preghiera. .Monaco, torna a pregare
ai piedi dell’altare, ma lasciami riposare
sotto il fiorito oleandro, sull’orlo del mare.

Io tuo gondoliere, nel silenzio distesa
sul letto dell’ampia laguna veneta, irta
di cipressi e bruna isoletta romìta, drizzo
il mio lucido rostro, profugo di vita;
e la pala del remo, incontro alle umide brezze,
immergo nell’acqua al ritmo delle mie tristezze.

Dal giorno segnato dal fato è trascorso
un secolo o un’ora.? Il cielo è come allora, ..
il mare è come allora; e l’isola ancora
si stende nel silenzio, e sottile taglia
il campanile come una lancia il sereno;
e getta il sole, che pende sull’orizzonte,
una striscia di faville d’oro sul piano turchino.

Allora ero il suo pilota: adesso nereggia
il cuscino nella gondola vuota! E vuota
com’essa è la vita: una eco oziosa, uno
specchio di cosa svanita. Solo da te torno
bruna isoletta, ove un dì sul quadrante s’arrestò
la lancetta della mia vita. Invano sul grande
settore dei cieli succede al sole la luna,
al tramonto l’aurora…Ma nell’isoletta bruna
la mia morta lancetta segna sempre quell’ora.


14 Luglio 2010

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